Nell'ambito della catechesi per famiglie e adulti, sabato 4 maggio l'incontro mensile si è svolto nel teatrino della Chiesa di Camposasco. In questa occasione erano presente don Marco Torre, direttore dell'ufficio per la pastorale familiare della diocesi di Chiavari, ed alcuni componenti dell'equipe diocesana. E' stato presentato il servizio di pastorale familiare, di seguito illustrato.
SERVIZIO DI PASTORALE FAMIGLIARE
Il cammino sinodale, desiderato e promosso da Papa Francesco, ha dato occasione alla nostra diocesi di ascoltare e di ascoltarci. Le persone, sia quelle che sono attive nella comunità cristiana, sia quelle che occasionalmente bussano alla parrocchia, avvertono che l’attuale modello pastorale è inadatto alla missione di annunciare il Vangelo, data alla Chiesa fin dalle sue origini. Alcuni ancora caparbiamente cercano di rivitalizzare modi e strutture che inesorabilmente si stanno desertificando. Specialmente le nuove generazioni si sentono distanti, in modo siderale, dall’attuale cura pastorale della Chiesa, che avvertono più sensibile al rispetto delle nostalgie e delle abitudini degli anziani.
La parola “fedeli” rivela ciò che oggi, a differenza di un tempo, non può essere dato per scontato: la fede personale di ogni persona, anche se nata in Italia. Inoltre spesso le persone immaginano una fede vissuta in modo privato e non condivisa, confrontata e rielaborata in modo comunitario. Dall’ascolto profondo e a0ento delle persone, però, emerge che il servizio di annunciare il Vangelo di Gesù, la “buona notzia” sul volto di Dio, sul volto dell’uomo e del mondo, è più che mai qualcosa di promettente. A dispetto di profezie emancipatorie del secolo scorso che vedevano la religione come qualcosa di sorpassato, le persone del XXI secolo rivelano che l’uomo è costitutivamente esposto al sacro.
Le comunità parrocchiali non possono più pensarsi come luoghi dei servizi religiosi e dei sacramenti “amministratiai fedeli”, immaginati tali, ma luoghi in cui l’incontro della singolare storia di vita con la testimonianza dei discepoli di Gesù può far sgorgare l’esperienza della fede. Ci sono momenti della vita umana che sono “incandescenti,”, bruciano sulla pelle e lasciano cicatrici nella coscienza personale. Alcuni esempi: l’incontro con quel “tu” così promettente che genera in te il desiderio di dedicargli la vita; l’esperienza della perdita di ciò che fino a ieri davi per scontato (la salute, un famigliare, un amico) e questo genera dolore, ma anche il riconoscimento di un bene immeritato; la meraviglia del generare una vita, dove avverti la vertigine e l’angoscia di essere di fronte a qualcosa di più grande di te, a cui ti senti sempre impreparato; il compito esigente di accompagnare e di indicare una via ai propri figli, consegnando loro un’eredità più significativa del semplice denaro. In questi momenti, come in altri simili, Gesù ha incontrato le persone in modo unico, singolare e irripetibile. Ha raccolto le loro domande, ha posto loro domande nuove, ha consentito a ciascuno di intravedere rivolta a sé la promessa di Dio, promessa che interpella la propria libertà. Per questo il futuro della Chiesa non potrà più essere quello di assegnare o certificare la vita cristiana delle persone unicamente con il diritto canonico. Ecco la scelta di sostituire la parola “ufficio” con la parola “servizio”. Il futuro sarà passare da un presbitero che esercita il potere di assegnare un posto a chi è giusto o peccatore, quindi che si sostituisce alle coscienze delle persone, a una comunità che suscita un fascino per il Vangelo, che interpella la coscienza di ciascuno e, per questo, lo muove verso un cammino di conversione (EG, 222; tensione fra pienezza e limite, fra assegnare dei posti e tensione verso un destino. Il tempo superiore allo spazio). In questo contesto cerca il proprio volto il servizio, e non “ufficio”, di pastorale famigliare. Alcune consapevolezze accompagnano questo audace e fa3coso cammino.
• Le relazioni famigliari sono il grembo della vita, il luogo privilegiato in cui ciascuno di noi ha imparato ad abitare il mondo senza angoscia e sopra,u,o la Parola divina ha trovato il materiale più idoneo per parlare di Dio e dei dinamismi del cuore umano e del mondo (da un cristianesimo di chiesa a un cristianesimo di casa).
• Questo processo di cambiamento di paradigma pastorale non può essere fatto in modo traumatico, ma è urgente, anzi, siamo in ritardo (testamento spirituale del card. Martini: la Chiesa è rimasta indietro di duecento anni) e quindi dobbiamo avviarlo.
• Gli operatori pastorali, presbiteri e laici, rischiano di intuire, ma di non avere fiato, spazio nel cuore e nelle settimane della vita e così di rimanere schiacciati dalla gabbia di strutture fisiche (immobili e stru-ure di servizio pastorale) e organismi ecclesiali (consigli, equipe, associazioni, fondazioni, istituti), significativi e gloriosi un tempo, ma non rispondenti alle istanze di oggi. Nella notte di Pasqua, regina di tutte le notti del cristiano, si dice tre volte rinuncio e tre volte credo. Senza una concreta disponibilità a saper rinunciare (ci vuole lucidità e coraggio) alla prassi concentrata sui riti religiosi e sui sacramenti, non si può ritenere di credere sul serio alle cose che ormai pensiamo e diciamo da tempo.
• Dai nomi ai verbi. Passare da una Chiesa che mette le etichette sulla realtà, come se tutto fosse una cosa nota (la vita non la si può conoscere a monte dell’esperienza), a una Chiesa che si sente chiamata da Dio a seguirlo, nell’incontro sorprendente della vita di ciascuno. Proprio lungo la via, i discepoli del Signore, camminando con gli altri (Lc. 24,13-35), scoprono la presenza di Dio, benedicono e ringraziano (un nuovo principio morale e spirituale: da “agere sequitur esse” a “esse sequitur agere”). I momenti della vita vanno vissuti e attraversati, non da soli, ma insieme, e proprio lì accade la grazia di scoprire le orme di una presenza: nascere, crescere, amare, perdere.
• La conoscenza e la scienza, che l’uomo, di ogni tempo e credo, sta via a via acquisendo, sono una risorsa straordinaria e non un pericolo. Le consapevolezze che le scienze umane ci offrono sono un materiale imprescindibile per riformulare e ripensare l’annuncio del Vangelo di Gesù a un uomo che non si legge più e non si pensa più con le categorie dei secoli passati. Per questo i membri del servizio di pastorale famigliare sono chiama4 ad un serio percorso di formazione, anche avvalendosi della valida Scuola di Formazione Teologica diocesana.
NUOVO PROGETTO DI CURA PASTORALE
In questa prospettiva urge praticare un nuovo paradigma di pastorale nella Chiesa. Occorre iniziare seriamente a rinunciare all’ansia di offrire continuamente dei servizi religiosi, dei riti e alla sacramentalizzazione di tutte le persone; sollevarsi dall’angoscia di vedere le chiese vuote, ormai disertate dalle nuove generazioni, e decisamente spendersi fiduciosi al mandato di Gesù ai suoi discepoli: andate in tutto il mondo e annunciate il Vangelo. Siamo chiamati a diventare discepoli di colui che non spingeva le persone nel tempio, ma entrava nelle case (da un cristianesimo di chiesa a un cristianesimo di casa). Nella nostra comunità diocesana, si iniziò il 7 agosto 2022 con un gruppo di donne e di uomini a condividere, partendo dalla propria storia, una profonda gra3tudine per l’esperienza nella Chiesa e, nello stesso tempo, il desiderio di un profondo ripensamento delle prassi di cura ecclesiale. Ad oggi, nella commissione di pastorale famigliare, sono coinvolte 57 persone, con varie competenze professionali e non tutte già presenti negli organismi ecclesiali. Il desiderio che ci ha mosso è stato quello di mettersi a servizio della vita delle persone, con la possibilità di crescere in una competenza profonda della vita, confortati dalla ricchezza inesauribile del Vangelo. Il desiderio che ci anima è il volto di una Chiesa, che non ha una verità precostituita, ma che cresce insieme a tutti, per diventare “casa” di donne e uomini “esperti in umanità” (S. Paolo VI, 4 o;obre 1965 alle Nazioni Unite). Il nuovo servizio pastorale, che desidera coinvolgere tutta la comunità diocesana, vede le 57 persone suddivise in 4 ambiti di approfondimento e di servizio in riferimento ad alcuni significativi momenti della vita:
• NASCERE: il desiderio della maternità e della paternità e le sue implicazioni. L’esperienza dell’attesa e della nascita di un bambino, gioie e paure (chi sono le madri e i padri di oggi? quali attese?) (Amoris Laetitia, 166-177). Il momento dei primi anni di vita. Desideri informazioni? hai bisogno di parlare o di aiuto? vuoi coinvolgerti nel gruppo?
Telefono: 371.6263839 (lunedì, martedì, mercoledì dalle 10-12) oppure sms e whatsapp.
Mail: famiglia@chiavari.chiesacattolica.it
• CRESCERE, alcuni nodi: I ragazzi come “opere” in cerca d’autore nella società senza padri. Aiutare le famiglie nell’accompagnare e guidare la crescita dei propri figli nel difficile mestiere del vivere (quale autorità?). L’uso dei “devices” e dei “social” nella vita dei ragazzi. Gli adolescenti sono una generazione fonte di ansia e paura o una risorsa per la vita di tutti? Come aiutare gli adulti ad occuparsi dei propri ragazzi e non solo a preoccuparsi di loro? (Amoris Laetitia 260-290). Desideri informazioni? hai bisogno di parlare o di aiuto? vuoi coinvolgerti nel gruppo?
Telefono: 371.6263839 (lunedì, martedì, mercoledì dalle 10-12) oppure sms e whatsapp.
Mail: crescere@chiavari.chiesacattolica.it
• AMARE: “Amatevi come io vi ho amato” (Gv.13,34) Il comandamento dell’amore, ultimo e definitvo, è la chiamata di Dio rivolta alla vita di ciascuno (Amoris laetitia, 27.89). Questo ambito si è ulteriormente articolato in alcuni gruppi specifici di approfondimento e servizio, ecco
l’elenco:
1. persone che intraprendono l’avventura di costruire una storia d’amore. Accompagnare tutte le vite di coppia a riscoprire la chiamata di Dio nella propria storia d’amore.
a. Equipe “Amare”:
Desideri informazioni? hai bisogno di parlare o di aiuto? vuoi coinvolgerti nel gruppo?
Tel. 371.6263839 (lunedì, martedì, mercoledì dalle 10-12) oppure sms e whatsapp.
mail: amare@chiavari.chiesacattolica.it
2. Persone LGBTQ+, insieme con le loro famiglie, la loro esperienza affettiva e la loro esperienza di fede (Amoris laetitia, 250).
a. Il gruppo “Amore in cammino”.
Desideri informazioni? hai bisogno di parlare o di aiuto? vuoi coinvolgerti nel gruppo?
Telefono: 371.6263839 (lunedì, martedì, mercoledì dalle 10-12) oppure sms e whatsapp.
Mail: amoreincammino@chiavari.chiesacattolica.it
3. persone che vivono la ferita di una separazione e un divorzio (Amoris laetitia, 291.296-312) o che vivono una storia d’amore in una nuova unione (Amoris laetitia, 298-300).
a. “Equipe diocesana amoris laetitia”.
Desideri informazioni? hai bisogno di parlare o di aiuto? vuoi coinvolger. nel gruppo?
371.6263839 (lunedì, martedì, mercoledì dalle 10-12) oppure sms e whatsapp.
mail: amare@chiavari.chiesacattolica.it
Documento diocesano di riferimento: “Capite quello che ho fatto per voi?” Orientamenti pastorali per accompagnare discernere e integrare nella vita di comunità persone separate o divorziate in nuova unione.
• PERDERE: in una società che promuove la figura del “vincente”, rischia di essere rimossa una dimensione ineludibile della vita, che riguarda tu4: la perdita. Imparare ad abitare la perdita come un momento di vita. Persone e le loro famiglie che vivono l’appuntamento con la malattia o con la fine della vita e il mistero di Dio. Quale vicinanza e cura? Basta l’approccio medicale? Le cure palliative e il “fine vita” quali nuove istanze pongono alla coscienza credente? In quale modo la comunità cristiana in questo momento dell’esistenza si fa vicina e accompagna le persone in una società secolarizzata? È sufficiente un buon rito funebre? Desideri informazioni? hai bisogno di parlare o di aiuto? vuoi coinvolgerti nel gruppo?
371.6263839 (lunedì, martedì, mercoledì dalle 10-12) oppure sms e whatsapp.
Mail: pastorale.salute.chiavari@gmail.com